IL TESTO DELLA FAVOLA “LA CITTA DEI POZZI” ( autore Ed. Paoline)
Leggi il testo della favola e scopri gli errori grammaticali e di scrittura fatti da Avidik!
Sono ben 65! Riuscirai a trovarli tutti?
LA CITTÁ DEI POZZI
Quella città era abitata da pozzi. Pozzi viventi… ma pur sempre pozzi.
I pozzi erano divisi gli uni dagli altri, non soltanto per il luogo in cqui erano stati scavati, ma anche per la vera (l’apertura che li colegava all’esterno).
Cerano pozzi facoltosi e appariscienti con vere di marmo e metalli preziozi; umili pozzi in legnio e mattoni e alquni ancora piu poveri, semplici buche spoglie che si aprivano nella terra.
La comunicazzione tra gli abbitanti della citta aveniva di vera in vera e le notizie si diffondevano rapidamente, da un punto allaltro del paese.
Un giorno giunze in città una moda che siquramente era nata in qualche paesino degli umani.
Secondo cuesta nuova idea, cualsiasi essere vivente degno di questo nome avrebbe dovuto prestare molta più attenzione all’interno che all’esterno. L’importante non era quello che usciva in superfice ma il contenuto.
E fu cosi che i pozzi presero a rienpirsi di ogetti.
Alcuni si riempivano di gioielli, monete doro e pietre prezioze.
Altri, più pratici, si riempirono di eletrodomestici e aggieggi meccanici.
Altri ancora optarono per larte, e si andarono riempiendo di dipinti, pianoforti a coda e sofisticate sculture post-moderne. In fine quelli intellettuali si riempirono di libbri, manifesti ideologici e riviste specializate.
Passò il tempo.
La maggior parte dei pozzi si era riempita a tal punto che dentro non ci stava più gniente.
I pozzi non erano tutti uguali, e anche se qualcuno era contento così, altri penzarono di dover fare qualcosa per continuare a cacciare cose al proprio interno…
Uno di questi fu il primo: invece di conprimere il contenuto, gli venne in mente di aumentare la propia capacità allargandosi.
Non passò molto tempo che la sua idea vene imitata: tutti i pozzi impiegavano gran parte delle loro energie ad allargarsi per fare spazzio al loro interno.
Un pozzo piccolino e lontano dal centro della citta vide che i suoi conpagni avevano cominciato ad allargarsi a dismisura.
E pensò che se avessero continuato a gonfiarzi a cuel modo ben presto i loro bordi si sarebbero toccati confondendosi tra loro, e ciasquno avrebbe perduto la popria identità…
Forse proprio grazie a questa idea gli venne in mente che un’altro modo per aumentare la capacità era crescere non in ampiezza benzì in profondità.
Diventare sempre più profondo invece che più largo.
Ben presto si rese conto che tutto quello che aveva dentro di se gli impediva di scendere in profondità.
Se voleva diventare più profondo doveva svuotarsi di tutto quello che conteneva… Allinizio aveva paura del vuoto, ma vedendo che non aveva altre possibilità, decise di svuotarsi.