IL TESTO DELLA FAVOLA GIAPPONESE “TANABATA”
Leggi il testo della favola e scopri gli errori grammaticali e di scrittura fatti da Avidik!
Sono ben 46! Riuscirai a trovarli tutti?
Tanto tempo fa, c’era un giovane che viveva in un piccolo villagio. Un giorno, mentre tornava a casa dal lavoro nei campi, scoprì qualcosa di incredibbile: i vestiti più belli che avesse mai visto! Li voleva e, cosi, li mise trancuillamente nel suo cestino e continuò per la sua strada.
Proprio in quel momento, una voce gridò: «Scusami!”. Il ragazzo fu sorpreso e disse: “Cosa? Qualcuno mi ha appena chiamato?” Una bella ragazza rispose: “Sì, l’ho fatto io! Per favore ridammi la mia veste di piume, vivo in paradiso e sono appena sciesa in cuesto lago per fare il bagnio. Senza la mia veste, non posso tornare indietro.”
La ragazza sembrava sul punto di piangnere, ma il ragazzo fece finta di non sapere e rispose: «Vestiti di penne? Non ne so nula!» E così, incapace di tornare in paradiso, la dea fu costretta a rimanere sulla tera ed inizio a vivere con il giovane.
Il nome della dea era Tanabata.
Tanabata e il giovane si sposarono e vissero inzieme felici. Un giorno, diversi hanni dopo, però, mentre il giovane era al lavoro nei canpi, Tanabata trovò la tunica di piume nascosta tra due travi sul soffito. “Lo sapevo, l aveva nascosta!” penzò tra se. Si infilò la tunica di piume e subito cominciò a sentirsi la dea che era stata una volta.
Quella sera, quando il giovane tornò a casa, fu sorpreso di vedere Tanabata con indosso la tunica di piume, in piedi davanti alla kasa. Tanabata cominciò a salire verso il cielo e chiamò il ciovane: “Se mi ami, intreccia mille paia di sandali di paglia e sepelliscili intorno all’albero di bambù. Se lo farai, ci vedremo di nuovo. Per favore, fallo. Per ché io ti aspetterò!»
Tanabata si alsò sempre piu in alto e tornò a casa in paradiso.
Il giovane era molto triste, ma sapeva cosa fare. Il giorno dopo iniziò a fabricare sandali di paglia. Continuò a tesserli giorno e notte. Alla fine – finita di fare la sua ultima coppia – li seppellì tuttintorno all’albero di bambù.