striascia fucsia con la scritta la mostra sul fair play

La storia dello sport vista con Fair Play

Storie, video, testimonianze, aneddoti e curiosità sui valori dello sport

“Oggetti straordinari per rivivere le emozioni più belle della storia del calcio”

15000
MAGLIE, PALLONI, OGGETTI DEL RUGBY
5000
CIMELI SUL CALCIO E GLI ALTRI SPORT
79
TUTTE LE LOCANDINE DEI MONDIALI DI CALCIO

Il Mondo del Rugby

a cura di Corrado Mattoccia

Il Mondo del Calcio

a cura di Renato Mariotti

Alcuni aneddoti

a cura di Renato Mariotti

Arpad Weisz, quando il rispetto delle culture diverse avrebbe salvato un grande sportivo.

Nasce a Solt, in Ungheria, il 16 aprile 1896, da genitori ebrei. Colleziona sei partite in Nazionale e a fine gennaio 1935 viene ingaggiato quale allenatore dal Bologna.

Conquista nel 1936 lo scudetto impiegando 14 giocatori, record mai eguagliato!

Nella stagione successiva vince nuovamente il titolo e il 6 giugno 1937 a Parigi porta il Bologna in cima al mondo, vincendo in finale sul Chelsea il Torneo dell’Expo.

Ma le leggi razziali impongono agli ebrei stranieri di lasciare l’Italia. Nel 1942, deportato ad Auschwitz, Arpad Weisz resiste fino al 31 gennaio 1944, quando muore di stenti dopo atroci sofferenze.

In esposizione:

  • il pallone del suo esordio con la Nazionale Ungherese nel 1922
  • il pallone della vittoria al torneo internazionale EXPO di Parigi nel 1937
  • il pallone dello scudetto del Bologna del 1936-1937 con lui alla guida
Ludwig Guttmann il neurologo che diede vita alla Paralimpiadi.
Fu un neurologo e dirigente sportivo, celebre per aver promosso le attività fisiche dei disabili ed averne organizzato il movimento sportivo, di cui è considerato il padre fondatore.
Ebbe il merito di introdurre la pratica sportiva tra chi aveva una qualsiasi disabilità, come strumento di recupero sia fisico che mentale.
Fu lui ad organizzare i cosiddetti Giochi di Stoke Mandeville per disabili dal 1952 in poi.
Anche l’Italia ebbe un ruolo importante in tal senso.
Infatti nel 1958, infatt grazie alla collaborazione tra Ludwig Guttman e Antonio Maglio (Direttore del Centro Spinale di Roma) i Giochi furono portati a Roma, disputandoli alla fine delle Olimpiadi.
Nello stesso anno, per la prima volta nella storia, la Nazionale Italiana non si qualifica per i Mondiali di Calcio in Svezia.
Grazie alla loro idea, l’8 settembre 1960 si aprirà a Roma la prima Paralimpiade allo stadio dell’Acquacetosa, con la partecipazione di 400 atleti invalidi di 23 nazioni, rappresentanti i 5 continenti.
In esposizione:
  • libro di Guttman
  • pallone della eliminazione della Nazionale italiana a Belfast
  • il giornale con la ntizia dell’eliminazione degli Azzurri
Una gara andata male o una giornata nata storta …..la prossima volta andrà meglio!

Il calcio è uno sport che ti aiuta a gestire i momenti difficili.

Lev Ivanovich Yashin, alias il “Ragno Nero”, è un famoso portiere che ha fatto epopea negli anni ’50 e ’60 ed è stato l’unico portiere a vincere il pallone d’oro. Nel 1950 avviene il debutto, ma non è dei più rosei, anzi piuttosto disastroso tanto da subire gol nella sfida amichevole con il Traktor Stalingrado direttamente dal rinvio del portiere avversario!

Ancora una “papera” nel debutto in campionato contro lo Spartacus. Il Ministero degli Interni prende seriamente la situazione tanto da spedire Yashin nella squadra di hockey sul ghiaccio. Il giovane Yashin non si scoraggia, anzi si fortifica caratterialmente e migliora notevolmente tanto che i dirigenti della Dynamo decidono di dargli una nuova opportunità nella squadra di calcio.

Sostituisce il portiere titolare e mantiene il posto per ben 18 anni consecutivi, collezionando 812 gare ufficiali con il club e la nazionale sovietica con cui conquista l’oro olimpico nel 1956. Grazie alle sue parate straordinarie e all’abbigliamento “total black” si guadagna il soprannome di Ragno Nero.

In esposizione:

  • il modello dei guanti indossati da Jashin
  • il modello del pallone dell’esordio in prima squadra nel 1954
Andrea Barzagli, campione di umiltà.

Campione del Mondo con la Nazionale e d’Italia con la Juventus, Andrea Barzagli ha iniziato a giocare nei piccoli campi del suo paese. Ha detto “Prima di tutto serve umiltà” che non vuol dire non credere in se stessi, ma essere consapevoli dei propri mezzi, senza darsi mai troppe arie e soprattutto, che bisogna avere voglia di lavorare.

Anche i grandi talenti devono essere i primi a non tirarsi indietro: mai smettere di impegnarsi al 100% per dare l’esempio!

In esposizione il pallone di esordio di Barzagli con la Nazionale Italiana di Calcio.

Gol di mano, non contatelo!

Enrico Polidori era un calciatore tesserato con la ASD Angelana.

Nella partita del campionato dilettanti di eccellenza umbra 2017-18, Trasimana – Angelana, la palla rimbaza sulla sua mano e fa gol.

Subito va dall’arbitro e segnala che il gol lo aveva fatto con un fallo di mano. L’arbitro annulla il gol.

Ben fatto Enrico!

In esposizione:

  • il pallone della partita
  • gli scarpini indossati dal calciatore
  • la maglia N. 9 della ASD Angelana dell’anno 2017-2018
Una cicatrice non fa la differenza!

La stella della Nazionale Francese Franck Ribery ha raccontato la sua difficile infanzia in una intervista al quotidiano spagnolo As. Un passato complicato: abbandonato dai genitori naturali quando era solo un neonato, è stato segnato dal tragico incidente automobilistico che gli ha sfregiato il volto, procurandogli due cicatrici che hanno condizionato la prima fase della sua vita.
Ovunque andassi la gente mi fissava sempre, e non perché fossi una persona buona, non perché fossi bravo a giocare a calcio, ma per la cicatrice… La cicatrice… è lei che mi ha dato questo carattere e questa forza. Perché quando sei un bambino e hai una cicatrice come questa non è facile, il modo in cui le persone ti guardano, ti criticano, ti offendono… la mia famiglia ha sofferto molto questo aspetto”, ha spiegato l’ala francese, per anni tra i più forti giocatori del pianeta.

In esposizione il pallone di esordio con la Nazionale di calcio in Francia 2006, durante gli amichevoli pre-mondiale)

Paolo Di Canio è stato protagonista di un grande esempio di Fair Play.

Quando giocava nel West Ham in Inghilterra, fu applaudito dall’intero stadio.

Fermò con le mani un pallone che avrebbe potuto tranquillamente calciare in rete a porta vuota.

Il portiere avversario, infatti, era rimasto a terra per un infortunio … il suo gesto è stato di grande sportività!

In esposizione il pallone della partita.

Haka custode del pianeta del rugby Metha, amico di Pallard
Immagine di Cornelius Pallard